Re: Dico la mia...


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Inviato da Stefano A on Gennaio 11, 2000 at 10:04:20:

In risposta a: Il parere di un biologo Inviato da Emanuele on Gennaio 11, 2000 at 04:45:54:



...pur sapendo di partire accademicamente svantaggiato a paragone di un Cimatti qualsiasi (ciao Emanuele); ritengo tuttavia che le sue domande siano molto stimolanti, per lo meno vadano a scuotere una messe di certezze o dati "presi per buoni" sui quali difficilmente ci si soffermerebbe o ci si è soffermati in passato a discutere.
1) Genuinamente "a sentimento", penso che la specie sia il rappresentante "prototipico" di un certo campione di esemplari raccolto, i cui appartenenti vi rientrano per la presenza di una serie di caratteristiche anatomo-fisiologiche (in primis, poi etologiche...) "fissate" in base "all'olotipo" originariamente "scoperto".
2) Le sottospecie, a questo punto, credo che siano "scostamenti" da questo "pattern" (qui non nel senso di "mantello", ma di configurazione di caratteri classificatori), che siano ben più evidenti o pregnanti che di semplici variazioni interspecifiche o geografiche (anche se l'enorme caos nel quale neppure gli americani riescono a barcamenarsi quando tentano di "assegnare" una sottospecie alle diverse provenienze di Boa constrictor, dovrebbe farci riflettere sul cosa si intende per "evidenza" o "maggiore pregnanza" di alcuni caratteri morfologici su altri).
3) E da quest'ultima affermazione passo a "tentare" di risponderti anche alla domanda sulla classificazione. E qui, mi sento di muovermi un attimo in un campo, che anche se esula sempre dalle mie competenze specifiche, per una serie di "affinità strutturali" con le classificazioni in ambito psicopatologico, è stato in passato tema di accese discussioni con colleghi in campo clinico. Senza entrare minimamente nel merito di nevrosi, psicosi o della supposta esistenza "dell'essere normale", il grande epistemologo Kuhn da anni che ha acutamente osservato che ciò che si osserva (nel nostro caso: l'esemplare che noi vogliamo andare a classificare) non è affatto indipendente dal "sistema" CHE osserva (erpetologi diversi, partendo da ipotesi diverse, con alla mano criteri classificatori diversi, giungono a conclusioni diverse); quindi noi stessi non siamo "neutrali" al campo di osservazione, ed anzi (ti dirò di più, o meglio specificherò quanto già detto), è lo "strumento" (il criterio) adottato dallo scienziato che influenza (prendendo/non prendendo in considerazione altri criteri o loro relazioni) l'esito dell'incasellamento classificatorio di quell'esemplare sotto quella specifica "etichetta" definita a priori...Ma per fortuna erpetologia e psicologia sono SI due scienze naturali, ma le affnità si fermano qui...

Ed ora la mia domanda costruttiva: perchè Python molurus non ha un olotipo, ma nel molurus-complex esistono solo "sottospecie"? Ad esempio la nominale "molurus molurus" che cos'è che le "manca" per non essere stata definita solo "molurus"? ...Stesso discorso per l'amato Boa constrictor...

Grazie e saluti

Stefano

PS - che il genere Chondropython sia, per ragioni filogenetiche a me ignote, più opportunamente "sostituibile" col genere Morelia non lo dicono i Barker, o meglio non loro per primi: Kluge 1993, O'Shea 1996, Greer 1997.




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