Ciao Nazzareno, ciao Stefano A. !!!


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Inviato da Emanuele on Gennaio 12, 2000 at 05:14:12:

In risposta a: ...e una domanda per Emanuele Inviato da Nazzareno on Gennaio 11, 2000 at 10:08:17:

Per Nazzareno: non lo so. Da quel poco che ho trovato e letto, ti posso dire che la cosa non ha per ora funzionato uno perché sono in pochissimi che ci possono provare (problema strutturale), e due perché il ciclo ovarico e spermatico dei rettili si discosta non poco da quello di noi mammiferi; lo sviluppo dei gameti (spermatozoi e cellule uovo) e la loro maturazione sono regolati da fattori ambientali, oltre che da risposte ormonali ad essi collegate. Nell'uomo sono gli ormoni che prevalgono, l'ambiente non fa quasi nulla. Il periodo fertile è spesso ridotto ad un lasso di tempo molto breve, di difficilissima individuazione, sia nel maschio sia nella femmina. Questo insieme di cose ha reso fallimentare ogni tentativo di fecondazione assistita. Staremo a vedere, anche se penso che i fondi per una ricerca come questa arriveranno forse al costo di un caffé.
Buona domanda, comunque: anch'io ci ho pensato spesso !

Per Stefano A. (il secchione): scherzo ovviamente, la provocazione su Chondropython-Morelia l'ho lanciata sicuro che abboccasse il buon Emilio, ma tu sei stato più rapido, citandomi una serie di nomi che mi fanno capire che sei molto attento e un po' secchione..., bravo ! Sulle tue risposte...interessante la def di specie, anche se forse non sai che è ormai acquisita in biologia l'esistenza di più def di specie (anche se ormai prevale quella "biologico-genetica"), questo per farti capire quanto possa essere fragile una definizione "rigida" e fissa in biologia. Per la sottospecie vale lo stesso, anche se il criterio di base è il seguente: due animali molto molto simili, definiti appartenenti alla stessa specie, possono (N.B.) essere definiti sottospecie solo nel caso si riconoscano da un lato caratteri fenotipici "fissi" che in una qualche misura li distinguano, dall'altro un similitudine-differenza a livello genetico (che ovviamente si collega al primo punto), in pratica non troppo diversi ma anche non del tutto uguali. Va sempre ricordata l'equazione genetica P = G + E, dove P è il fenotipo (ciò che ci appare), G il genotipo (l'insieme complesso dei geni di quell'organismo) ed E sta per environment, ambiente, che ha la capacità di modificare, anche vistosamente, l'aspetto di un vivente. Non confondiamo quidni sottospecie con ecotipo !
Sulla classificazione, quello che volevo dire è che alla fine è sì uno strumento, ma è comunque uno squisito frutto del suo osservatore (non ti sto dunque contraddicendo): ma oggi, con i nuovi strumenti genetici, molte specie definite in un modo fino a dieci anni fa, ora vengono ridistribuite all'interno dell'albero tassonomico in modo del tutto diverso. Morale della favola ? Artificiale, utile, indispensabile (siamo dei classificatori nati), ma anche plastica, dinamica e spesso piena zeppa di convenienze, scelte obbligate ed errori.

Python molurus ? Olotipo ? Non esagerare: la specie Python molurus molurus è quella nominale, se la cosa ti rende più felice puoi pertanto anche solo scrivere Python molurus e basta (meglio se seguito da ssp., alias sottospecie, cioé che prevede una serie di ssp.). Idem per il Boa constrictor ssp.


Grazie per la bella chiaccherata !
Emanuele


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